RENATA GOMES NATA A MANAUS (AMAZONIA) BRASIL
   
  MANAUS LA MIA CITTA
  LE BRUCIATA
 

                        Le Bruciata 

La dimensione delle bruciate nella regione tropicale ha provocato preoccupazioni e polemiche in ambito nazionale e internazionale. Esse in genere sono associate al disboscamento e agli incendi delle foreste, e, nel caso del Brasile, ove ve ne sono più di 200 mila all'anno, le ricerche indicano che le bruciate sono una pratica agricola a cui si ricorre spessissimo. Circa il 30% delle bruciate avviene in Amazzonia , principalmente nella parte meridionale e sudorientale della regione.
Il Brasile è uno dei pochi paesi al mondo a disporre di un sistema satellitare di monitoraggio delle bruciate 
perfettamente funzionante. Decine di mappe di localizzazione vengono generate ogni settimana, durante l'inverno e in questo lavoro vengono presentati dati quantitativi del monitoraggio satellitare delle bruciate avvenute in Amazzonia. Il monitoraggio è frutto di una cooperazione scientifica tra più istituzioni, che coinvolge l'Istituto Nazionale delle ricerche spaziali(INPE), il Nucleo di Monitoraggio Ambientale-NMA/EMBRAPA , l'Ecoforza-ricerca e Sviluppo e l' Agenzia stato(AE). I risultati vengono ottenuti grazie allo studio quotidiano delle immagini da satelliti nordamericani della serie NOAA, sotto la responsabilità del Dipartimento Nazionale Oceani e Atmosfera statunitense.
L'impatto ambientale delle bruciate
preoccupa la comunità scientifica, quella ambientalista e la società in generale, poiché esse colpiscono direttamente il suolo dal punto di vista fisico, chimico e biologico, alterando anche la qualità dell'aria in misure inimmaginabili. Le bruciate hanno effetti negativi anche sulla vegetazione, sulla biodiversità e sulla salute dell'uomo. Indirettamente, le bruciate possono compromettere perfino la qualità delle risorse idriche di superfice. Recentemente, varie ricerche scientifiche stanno contribuendo a fare chiarezza sulla reale dimensione di questo impatto, in particolare nel caso dell'Amazzonia.

       Le Bruciate e i Disboscamenti

Spesso confuse con gli incendi forestali, le bruciate sono associate anche al disboscamento. In realtà, oltre il 95% delle bruciate avvengono in aree già disboscate e vengono definite come bruciate agricole. Gli agricoltori bruciano i residui del raccolto per combattere alcune piaghe, come quelle provocate dal "bicudo do algodão", un insetto emittero, per ridurre le loro popolazioni o per rinnovare i pascoli. Il fuoco viene utilizzato anche per pulire alcune coltivazioni e facilitare il raccolto, come avviene nel caso della canna da zucchero, la cui paglia viene bruciata prima della raccolta. Anche le aree a pascolo estensivo, come i "Cerrados", vengono bruciate dagli agricoltori e dagli allevatori di bestiame.
Solamente una piccola parte delle bruciate riscontrate nel Brasile è associata al disboscamento. Nel caso dell'
Amazzonia, il fuoco è l'unico mezzo per eliminare la massa vegetale e liberare aree di suolo per le piantagioni. Anche così, sono necessari circa otto anni prima che l'area sia libera per le attività agricole. Una ricerca realizzata dal Nucleo di Monitoraggio Ambientale (Núcleo de Monitoramento Ambiental) NMA-Embrapa in Rondônia, ha rivelato che solamente una piccola parte (meno del 5%) del legno delle aree disboscate è stata commercializzata - ossia, la finalità delle bruciate non è il commercio, ma lo sgombro delle aree.

              Bruciate o Incendi?

Nei paesi sviluppati a clima mediterraneo, come parte della Francia, la Spagna, la Grecia, l'Italia e gli Stati Uniti (California), nei periodi estivi sono frequenti gli incendi forestali. La stessa cosa avviene anche nelle regioni subpolari, come nelle aree ricoperte di tundra e di vegetazione di conifere dell'AlasKa e della Russia. Nei paesi tropicali, le bruciate avvengono in inverno, durante il periodo secco. In Brasile, è una pratica agricola alla quale si ricorre comunemente.
Le bruciate sono associate ai sistemi di produzione più primitivi, come quelli utilizzati dagli indigeni per la caccia e la raccolta. Ma sono effettuate anche nell'agricoltura più intensiva e moderna, come la coltivazione della canna da zucchero, del cotone e dei cereali. La mancanza di informazioni sulla natura e il frequente ricorso a questa pratica provocano confusione tra le bruciate tropicali e gli incendi delle foreste.
Oltre il 98% delle bruciate praticate in Brasile sono di natura agricola. L'agricoltore decide quando e dove bruciare. È una pratica controllata, desiderata e fa parte del sistema di produzione. I coltivatori bruciano i residui del raccolto, aree di savana, pascoli spontanei e seminati e la paglia della canna da zucchero per agevolarne la raccolta. Gli incendi delle foreste, invece, sono di natura accidentale, non voluti e difficili da controllare. Avvengono solamente ove vi è vegetazione propizia a questo tipo di fenomeno, come le foreste degradate, in cui si trovano anche arbusti e graminacee, le foreste di pino araucaria e la Foresta Atlantica a foglie caduche dell'altopiano, che si trovano nella regione meridionale e sudorientale del Paese.
Nella Foresta Atlantica
 e nella foresta tropicale umida, è molto difficile che si verifichi e che si propaghi un incendio nella vegetazione primaria. Lo stesso accade nel caso della vegetazione della "Caatinga". Nel periodo secco, la perdita delle foglie riduce il materiale infiammabile e l'infiammabilità della parte legnosa è bassa. Le piante continuano ad essere verdi ed hanno grandi quantità di acqua nei loro tessuti. Per la stessa ragione, è quasi impossibile che si verifichino incendi nelle foreste dell'Amazzonia.
Alcune ricerche realizzate dal Nucleo di Monitoraggio Ambientale NMA-Embrapa, a Rondônia, indicano che mediamente sono necessari otto anni di bruciate consecutive affinchè il fuoco consumi tutto il materiale legnoso proveniente dal disboscamento delle piccole proprietà rurali. Per queste ragioni, il monitoraggio satellitare delle bruciate, eseguito in Brasile fin dal 1991, basato sulle immagini del satellite NOAA/AVHRR, indica che solamente il 30% delle bruciate registrate nel paese avvengono nell'Amazzonia.

       Il Monitoraggio delle Bruciate
Per ottenere dati scientifici sulle bruciate e generare informazioni sistematiche e adeguate per l'opinione pubblica nazionale e internazionale, con uno sforzo interistituzionale che ha coinvolto l'
Istituto Nascionale Ricerca Spaciale (INPE - Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais), il Nucleo per il Monotoraggio Ambientale (NMA/EMBRAPA - Núcleo de Monitoramento Ambiental), l' Ecoforza-Ricerca e Sviluppo (Ecoforça - Pesquisa e Desenvolvimento) e l' Agenzia stato (AE - Agência Estado) si è istituito, nel 1990, un sistema di monitoraggio, mappatura e divulgazione settimanale delle bruciate avvenute nel Paese nel corso dei mesi invernali. Il sistema è basato sulle immagini orbitali quotidiane provenienti dal satellite NOAA-AVHRR.
Le immagini di questo satellite vengono ricevute tramite un'antenna dell'INPE, a Cachoeira Paulista (San Paolo). Le immagini vengono poi elaborate da un sistema digitale che rileva e identifica i punti delle bruciate. Vengono poi valutate nel loro insieme settimanalmente e vengono eseguite correzioni e filtraggi. La cartografia delle bruciate viene realizzata da Ecoforça e NMA/Embrapa. L'analisi ambientale si basa su modelli ecologici dell'Ecoforça e viene eseguita da un'equipe che comprende professionisti dell'Agenzia Stato.
Il sistema genera circa 350 mappe di bruciate all'anno (mappe nazionali, regionali e statali; settimanali, mensili e annuali; numeriche e per classi) che vengono successivamente inviate a oltre cento utenti, secondo accordi specifici. Tutti i dati generati negli ultimi anni possono essere consultati gratuitamente, via internet, sia sul sito della NMA/Embrapa che sul sito dell'Ecoforça o su quello dell'Agenzia Stato.

      Il Monitoraggio: l'Agenzia Stato

L'Agenzia Stato (AE - Agência Estado) è una delle più importanti agenzie di notizie del Brasile. È stata pioniera nell'utilizzo di apparecchiature moderne nell'industria dell'informazione ed è in grado di rispondere rapidamente a tutte le richieste specifiche dei diversi segmenti della società. Creata venti anni fa, l'Agenzia Stato si avvale della più ampia ed efficiente rete di raccolta di informazioni del Paese. Sono oltre 400 professionisti, 300 dei quali giornalisti, che coprono tutto il territorio nazionale. Con dieci succursali e corrispondenti in tutte le capitali e principali città brasiliane ed estere, produce ogni giorno 300 servizi e 4 mila fotografie.
Oltre ai giornali "O Estado" di San Paolo e "Jornal da Tarde" e la "Rádio Eldorado", dello stesso gruppo, la AE fornisce servizi 24 ore al giorno a giornali, riviste,
emittenti radio e televisive di tutti gli Stati del Paese. Inoltre, è attiva anche in mercati al di fuori del circuito tradizionale dei media, come il mercato delle aziende e delle associazioni, che hanno bisogno di informazioni settoriali, specifiche, che arrivino subito e attraverso i canali più diversi. Calcolando il tiraggio dei giornali che richiedono i servizi, la AE totalizza 4 milioni e 500 mila esemplari al giorno, equivalente a 18 milioni di lettori al giorno.

Il Monitoraggio: l'Ecoforza

L' Ecoforza - Ricerca e Sviluppo (Ecoforça - Pesquisa e Desenvolvimento), fondata nel 1988, è un'organizzazione non governativa, senza fini di lucro e senza vincoli politici o di parte. Con circa 500 soci e collaboratori, ha come obiettivo sviluppare e diffondere ricerche nelle aree di pianificazione e monitoraggio territoriale, cercando di conciliare la preservazione ambientale e lo sviluppo. Attualmente, questo ente sta sviluppando, in collaborazione con altri enti, cinque importanti progetti di ricerca nell'Amazzonia brasiliana.
- caratterizzazione e monitoraggio ambientale del fiume Demene (AM/RR);
- sistemi di produzione sostenibile in aree di colonizzazione agricola (Rondônia);
- cartografia e monitoraggio dei diversi habitat della cavalletta del Mato Grosso;
- sistema di informazioni sui progetti e sulle attività svolte nell'Amazzonia - SINAA;
- monitoraggio satellitare delle bruciate
nell'Amazzonia
.

Il Monitoraggio: l'"Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária" - Embrapa

L'Impresa Brasiliana di Ricerca nel Settore Agricolo e dell'Allevamento di Bestiame (Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária - Embrapa), creata nel 1972, coordina il Sistema Cooperativo della Ricerca nel Settore Agricolo e dell'Allevamento, composto da 41 unità proprie, 15 aziende statali e tre programmi integrati che coinvolgono oltre 4 mila ricercatori e 4,3 mila progetti di ricerca in tutto il Brasile. Tra le citate unità si distingue il Nucleo di Monitoraggio Satellitare dell'Ambiente e delle Risorse Naturali (Núcleo de Monitoramento Ambiental e de Recursos Naturais por Satélite - NMA), a Campinas (San Paolo). Creato nel giugno del 1989, si avvale di 30 professionisti tra ricercatori e tecnici e dispone di moderne apparecchiature per ricevere, registrare ed elaborare le immagini da satellite, oltre ad altri strumenti dedicati alla valutazione dell'impatto ambientale delle attività umane, specialmente quelle del settore agricolo e dell'allevamento di bestiame.
Il nucleo NMA mette a punto metodi che consentono di rilevare, identificare, qualificare, quantificare, riprodurre mediante cartografie e monitorare l'utilizzo agricolo delle terre e gli impatti ambientali che ne derivano, fra i quali l'erosione, la perdita di potenziale produttivo, la riduzione della diversità biologica, le contaminazioni da prodotti chimici, i cambiamenti nelle popolazioni faunistiche e i rischi per la salute pubblica, nella maggioranza delle regioni brasiliane. Il nucleo NMA partecipa anche a convenzioni di cooperazione tecnico-scientifica con le due più grandi università statali dello Stato di San Paolo, l'USP e l'Unicamp e viene sollecitato a collaborare a progetti di pianificazione dei governi municipali, statali e federale, di enti civili organizzati. di agricoltori, imprenditori rurali e cooperative di tutto il Brasile.
         
Il Monitoraggio: l'Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali – INPE

L'Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali (INPE- Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais), creato nel 1961, dipende dalla Segreteria della Scienza e della Tecnologia della Presidenza della Repubblica e ha come attività principale l'utilizzazione dei satelliti meteorologici, di comunicazione e di osservazione della Terra. L'INPE ha aggiunto alla sua vocazione iniziale rivolta alla ricerca, attività di sviluppo e applicazione della Tecnologia Spaziale.

  L'Impatto Ambientale delle Bruciate

L'impatto ambientale delle bruciate è un argomento preoccupante, poiché riguarda anche la fertilità dei suoli, la distruzione della biodiversità, l'indebolimento degli ecosistemi agricoli, la distruzione di linee per la trasmissione e altri beni che fanno parte del patrimonio pubblico e privato, la produzione di gas dannosi alla salute dell'uomo, la diminuzione della visibilità atmosferica, l'aumento degli incidenti stradali e la limitazione del traffico aereo, tra le altre cose.
Le bruciate influenzano direttamente la qualità dell'aria, la fisica, la chimica e la biologia dei suoli, la vegetazione raggiunta dal fuoco e indirettamente possono colpire anche le risorse idriche. Sono molti i tipi di bruciate, che possono coinvolgere differenti tipi di vegetazione. Un pascolo concimato può sviluppare determinati gas, in particolare ossido nitrico in quantità molto maggiori di quelle di un pascolo che non ha ricevuto fertilizzanti. Le condizioni metereologiche (presenza di vento, temperatura ambiente), l'altitudine del luogo e l'orario della bruciata condizionano la temperatura raggiunta dal fuoco e il tempo necessario alla bruciatura totale del materiale vegetale.
In funzione della temperatura e del tempo, i gas generati possono avere una natura molto diversa (più o meno ossidati). Lo stesso accade riguardo alla biologia del suolo. In funzione dell'orario in cui avviene la bruciata (di giorno o di notte, a mezzogiorno o il pomeriggio ...), le reazioni fotochimiche a livello delle emissioni gassose saranno diverse.
Non è possbile generalizzare sull'impatto ambientale delle bruciate, né nell'Amazzonia né in tutto il Brasile. Ma il fatto che la maggioranza delle bruciate praticate in Brasile sia di natura agricola, sta ad indicare che vi è un piccolo contributo delle sue emissioni di carbonio al fenomeno dell'effetto serra. La maggior parte del carbonio emesso dalle bruciate in inverno viene ripreso in estate, quando la vegetazione è in fase di crescita, dall'atmosfera.
Data la complessità dell'argomento e la predominante natura agricola delle bruciate, ci si può chiedere quale sia il costo-beneficio di questa tecnica dell'era neolitica, ancora ampiamente utilizzata nelle pratiche agricole brasiliane. A questo riguardo vi sono enormi contrasti di ambito nazionale. Un esempio sarà sufficiente a illustrare questa situazione: gli stati di San Paolo e del Paraná rispondono per quasi il 50% della produzione agricola nazionale e contribuiscono mediamente per il 2% delle bruciate. Il Mato Grosso, da solo, contribuisce per quasi il 20% delle bruciate del Paese (il doppio del totale della regione meridionale e di quella sudorientale insieme), per una produzione agricola molto limitata.

         Le Bruciate nell'Amazzonia

Il numero di bruciate in Amazzonia presenta una tendenza di crescita costante negli anni, in modo molto evidente a partire dal 1996, ma con variazioni all'interno dell'anno determinate dalle condizioni climatiche. L'annata del 1994 è stata caratterizzata da una riduzione significativa delle bruciate, dovuta ad una particolare combinazione tra situazione economica e condizioni climatiche sfavorevoli. Il 1997 e anche l'inizio del 1998, sono stati segnati da un notevole aumento delle bruciate, che sono culminate con gli incendi avvenuti nello stato di Roraima che ha avuto grandi ripercussioni.
Quando i piccoli agricoltori disboscano la foresta amazzonica, nel corso del primo anno riescono a bruciare solamente una piccola parte della fitomassa forestale: foglie, punte dei germogli, rami, ecc. Nel corso del secondo anno, il materiale legnoso è già più secco e brucia un po' di più. Ricerche eseguite da 'Embrapa Monitoramento por Satélite' su 450 proprietà rurali nella regione, indicano che sono necessari all'agricoltore circa otto anni per riuscire a bruciare tutti i residui legnosi. Questo significa che un'area disboscata viene bruciata più volte per otto anni. In questo senso, il costante disboscamento dell'Amazzonia genera un accumularsi di nuove bruciate. Esse si aggiungono alle bruciate delle aree occupate ove vengono utilizzate regolarmente come tecnica agricola per ripulire i pascoli, per eliminare le stoppie delle coltivazioni, per combattere le piaghe e le malattie, per rinnovare le aree, per ottenere una ricrescita precoce dei pascoli, ecc… .

Evoluzione delle Bruciate nella Regione Amazzonica tra il 1994 e il 1999
(Dati orbitali NOAA-AVHRR)


1994 75.476

1995 104.837

1996 70.523

1997 69.232

1998 76.277

1999 87.136

Fonte: Embrapa Monitoraggio Satellitare


Evoluzione dell'Area Disboscata nella Regione Amazzonica tra il 1977 e il 1998

1977/88 21.130 (media del periodo)

1988/89 17.860

1989/90 13.810

1990/91 11.130

1991/92 13.786

1992/94 14.896 (media del biennio)

1994/95 29.059

1995/96 18.161

1996/97 13.227

 

1997/98 16.838




 
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