RENATA GOMES NATA A MANAUS (AMAZONIA) BRASIL
   
  MANAUS LA MIA CITTA
  lula
 

  Luiz Inàcio Lula da Silva

 

Il 27 ottobre 1945 nasceva nel paese di Caetès Luiz Inàcio Lula da Silva, colui che nel 2003 e quindi circa 58 anni dopo avrebbe ricoperto la carica di Presidente del Brasile. Lula dunque è niente altro che il suo soprannome affibbiatogli sin dalla prima infanzia secondo un costume molto diffuso nel paese carioca. Lula infatti è la ripetizione della consonante del suo nome Luiz, e in portoghese vuole dire "calamaro".

 

Lula a differenza dei suoi predecessori non è nato in una famiglia altolocata, tutto il contrario. Caetès, il suo paese natale, era un piccolo distretto del comune di Garanhuns, posto nello stato del Pernambuco. Tanto per far capire ai lettori quale fosse la situazione in Brasile nel 1945, Lula risulterebbe registrato all'anagrafe come nato il 6 ottobre 1945, mentre sua madre insiste a ricordare di aver dato alla luce suo figlio il 27 ottobre, data peraltro preferita anche dal Presidente.

 

L'infanzia di Lula non fu affatto serena ed idillica, fu anzi un infanzia molto simile a quella di milioni di altri brasiliani nati in una delle regioni periferiche. Subito dopo la nascita di Lula infatti suo padre dovette trasferirsi nella città costiera di Guarujà nello stato di San Paolo al fine di riuscire a portare a casa uno stipendio più consistente. Fu raggiunto da sua moglie e dai suoi otto figli solamente nel 1952 al termine di un lungo viaggio durato almeno due settimane, e la loro vita a Guarujà non era di certo molto migliorata rispetto a prima.

 

Se si pensa che il giovane Lula non ricevette nemmeno una buona educazione, tanto che abbandonò gli studi in quarta elementare, e iniziò a lavorare a circa 12 anni, osservarlo oggi presidente del Brasile appare ancora più incredibile. Quella di Lula sembra quasi una di quelle favole a lieto fine che vengono raccontate ai bambini, eppure il fatto che non di favola si tratta ma di realtà dovrebbe servire a tutti per ricordare che i sogni alla fine possono realizzarsi in qualche modo. A 14 anni il giovane Lula lavorava presso una fabbrica di rame, quindi riusciva a proseguire gli studi e ricevette un diploma equivalente al conseguimento della scuola superiore. E' in questo periodo che la sua famiglia si trasferirà a San Paolo, una metropoli che offriva molte opportunità ma dove, almeno all'inizio, la famiglia Lula non se la passava molto bene dato che si era sistemata nel retrobottega di un bar.

 

A 19 anni Lula perse un dito in un incidente di lavoro con un pressa mentre lavorava in una fabbrica di accessori automobilistici. Forse proprio a causa di questo incidente il giovane Lula iniziò a interessarsi al mondo dei sindacati e iniziò a militare entro le strutture già esistenti ricoprendo i ruoli più svariati e dandosi da fare per imparare il più possibile. Era il periodo della dittatura militare, una dittatura molto rigida che ostacolava l'attività dei sindacati, e forse anche questo contribuì a spostare a sinistra il giovane sindacalista.

 

Nel 1969 accadde un altro episodio che segnò a fondo la vita di Lula, si sposò infatti con Maria de Lourdes, la quale morì di parto insieme al loro bambino. Nel 1974 si risposò con Marisa Rocco Casa, una donna italo-brasiliana che gli diede ben tre bambini.

 

Nel 1978 arrivò anche un successo professionale con l'elezione a presidente del sindacato dei lavoratori dell'acciaio di Sao Bernardo do Campo, una delle città brasiliane dove si trovava la maggioranza di industrie automobilistiche del Paese. Proprio negli anni Settanta, gli anni più cupi della dittatura, Lula volò negli Stati Uniti per seguire un corso sui sindacati finanziato dall'AFL-CIO. Questi suoi contatti con i sindacati nordamericani si riveleranno poi un po' scomodi alla luce delle posizioni estremiste e radicali che Lula avrebbe poi intrapreso qualche anno dopo.

 

Conobbe anche la galera alla fine degli anni Settanta quando collaborò a vari scioperi generali che gli causarono guai con la dittatura; a seguito di ciò fu incarcerato per un mese ma fu rilasciato a furor di popolo dopo proteste e scioperi.

 

Arriviamo dunque al 10 febbraio 1980, una data importante perché nel pieno della dittatura un gruppo di docenti universitari, di sindacalisti e di intellettuali, tra i quali mette conto ricordare proprio Lula, fondarono un nuovo partito di sinistra:il PT (Partido dos Trabalhadores). Due anni dopo il soprannome "Lula" venne aggiunto al suo nome legale in modo da consentirgli di utilizzarlo anche nell'agone politico; agone politico in cui si gettò nel 1983 creando l'associazione sindacale CUT (Central Unica dos Trabalhadores). Nel 1984 Lula e il suo PT partecipò alla campagna politica volta a chiedere un voto popolare diretto per le successiva elezioni presidenziali. Va ricordato a questo punto come la costituzione in vigore in Brasile nel 1967 prevedesse che i presidenti fossero eletti dai due rami del Congresso in seduta comune, più dei rappresentati di tutte le Legislazioni Statali. Ciò tuttavia all'epoca veniva considerata poco di più che una pagliacciata in quanto, dal colpo di stato militare, solamente gli ufficiali militari di alto livello riuscivano a venire eletti in qualche modo.

 

Le elezioni del 1989 arrivarono dunque al termine di anni di lotte civili e furono le prime elezioni a eleggere direttamente un presidente dopo 29 anni.

 

La prima volta in cui Lula si candidò per una carica pubblica fu l'ormai lontano 1982, data in cui entrò in lizza per la carica di governatore dello stato di San Paolo. Quella volta andò male, ma la sua sconfitta aiutò comunque il suo partito a ottenere un numero di voti sufficiente a consentirgli di sopravvivere.

 

E' nel 1986 che Lula conseguì una delle prime vittorie degne di note conquistando un seggio al Congresso brasiliano. Il PT partecipò infatti alla redazione della Costituzione dopo la fine della dittatura, e riuscì anche a conseguire garanzie costituzionali ai diritti dei lavoratori. Lula e il suo partito tuttavia si rifiutarono di firmare la nuova Costituzione dato che le loro rivendicazioni non vennero accolte che in piccola parte.

 

Nel 1989 Lula si candidò finalmente alla presidenza come rappresentante del PT, ma nonostante avesse molte simpatie nella società non andava a genio a imprenditori e banchieri e quindi fu preso di mira dalla campagna mediatica dei suoi rivali, e venne inoltre penalizzato da gravi e palesi brogli durante le elezioni soprattutto nei quartieri più poveri dove era ampiamente favorito. Inevitabilmente questo clima ostile portò Lula alla sconfitta, anche perché il PT non era ritenuto un partito affidabile dai ricchi brasiliani che diffidavano del fatto che esso si configurasse come primo partito della classe operaia organizzato dalla base, al contrario per esempio del Partito laburista Brasiliano di Vargas che era una organizzazione costruita intorno ai vertici della burocrazia sindacale.

 

Lula fu nuovamente candidato alla presidenza nel 1994 nel 1998. Nel 1994 il suo rivale fu Cardoso, il quale riuscì facilmente a piegare il suo avversario avvalendosi della fama che si era conquistato tenendo a bada l'inflazione quando era Ministro delle Finanze nel precedente governo. Nel 1998 Carodoso si ripresentò e riuscì nuovamente a vincere al primo turno, tanto che sembrava tramontata ogni possibilità per Lula e il suo partito di raggiungere il potere.

 

Arriviamo infine nel 2002, quando Lula prese la sofferta decisione di abbandonare il suo abbigliamento informale e il suo progetto ambizioso di condizionare il pagamento dell'immenso debito estero brasiliano a una verifica. In particolare questo suo progetto non faceva dormire sonni tranquilli agli economisti e ai banchieri, i quali temevano il peggio anche visto il contemporaneo fallimento della vicina Argentina.

 

Fu il 2002 comunque l'anno della vittoria, l'anno più importante per quello che era uno dei tanti ragazzi semplici del Brasile più povero, l'anno in cui Lula divenne presidente dopo aver vinto il ballottaggio, il 27 ottobre, contro il candidato centrista del Partido da Social Democracia Brasileira (PSDB) Josè Serra.

 

Il 2002 fu dunque un anno storico, un anno che ha portato a compimento un processo di crescita umana e politica iniziato almeno trent'anni prima. Il 29 ottobre 2006 inoltre Lula è riconfermato presidente con oltre il 60% dei voti al ballottaggio, sconfiggendo questa volta il candidato del PSDB Alckmin.

 

A oggi Lula gode in Brasile di una popolarità mai vista, tanto che a distanza di ormai otto anni dalla sua elezione sembra non aver perso un centesimo del consenso che i brasiliani hanno da tempo deciso di concedergli.

 

Il 3 ottobre 2010 vi saranno le elezioni presidenziali in Brasile, e la sfida elettorale si giocherà tra Dilma Rousseff, candidata del PT di Lula, e Josè Serra del PSDB. Riguardo a queste elezioni l'incertezza regna sovrana con i sondaggi che danno a Serra un ampio vantaggio che però si è eroso nelle ultime settimane. A fine 2009 i sondaggi davano Serra favorito di gran lunga sulla rivale con un vantaggio tra i 14 e i 20 punti percentuali; ma lo stesso margine nel marzo 2010 si è ridotto a solo 5 punti lasciando aperta ogni possibile soluzione. La popolarità del presidente Lula rasenta l'80% e dunque il semplice fatto che al Rousseff provenga dalle file del suo partito potrebbe essere una credenziale sufficiente ad assicurargli la vittoria.

 

Se si prende poi in considerazione il fatto che il Brasile sia stato uno degli ultimi paesi a subire gli effetti della crisi economica e tra i primi a riprendersi, è facile capire come il credito di cui gode il PT non sia a rischio almeno nell'immediato. Il governo prevede anzi che il pil possa crescere di circa il 5% quest'anno, dopo una crescita dell'1% nel 2009.

 

Il credito di Lula è del resto così ampio non certo solamente per i risultati ottenuti in campo economico. Fin dall'inizio del suo mandato infatti Lula ha messo la lotta alla povertà al primo posto e i suoi piani di assistenza ai poveri hanno avuto un impatto enorme sulla qualità della vita di almeno 10 milioni di famiglie brasiliane indigenti. Sembra dunque chiaro che la Rousseff cercherà in tutti i modi di proporsi come la continuatrice di questo enorme lavoro sociale.

 

Chiunque sarà a raccogliere il testimone lasciato da Lula (il quale ha fatto ancora in tempo a far vincere le Olimpiadi a Rio de Janeiro), verrà chiamato a svolgere un ruolo importantissimo e difficilissimo in quanto si troverà a comandare un paese sulla rampa di lancio che ha fatto moltissimo per sconfiggere la povertà ponendosi anche come esempio a livello mondiale, ma che ha ancora sullo stesso terreno ancora molto da fare. Si troverà alle prese con un paese che inizia a inserirsi anche nelle dinamiche internazionali con rinnovato slancio avendo anche ambizioni di porsi come arbitro di alcune crisi, vedi il ruolo che ha esercitato Lula tanto nel caso dell'Honduras quanto nel caso della recente crisi nucleare con l'Iran.

 

Sia che Lula avrà un futuro all'interno delle Nazioni Unite, come iniziano a vociferare voci di corridoio, sia che invece approderà alla FAO, ruolo che dovrebbe spettargli di diritto, in ogni caso passerà alla storia come il presidente migliore che il Brasile abbia mai avuto. A differenza dei suoi predecessori Lula rappresenta la favola della classe operaia che va in Paradiso, la favola del brasiliano nato da famiglia povera che dopo aver lottato all'interno dei sindacati per anni riesce a raggiungere la carica che gli permette di imprimere un cambiamento fattivo alle condizioni del suo paese.

 

In tempi così cupi, lasciateci dire che Lula rappresenta anche per noi tutti una speranza, la speranza che un mondo diverso da quello che conosciamo è possibile.



 
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